Caso di studio 2.1: Usare i social media come una radio della polizia
Anche quando usiamo mezzi diversi per raccogliere le informazioni, i principi della verifica vanno applicati comunque. Mettere alla prova quello che vediamo e ascoltiamo, impegnarsi per verificare ogni fonte, cercare di parlare con fonti di prima mano o ufficiali – questi i modi migliori per un'informazione accurata.
A Circa News, seguiamo [seguivamo] le notizie dell'ultim'ora da tutto il mondo, ma pubblicavamo soltanto quelle che riuscivamo a confermare. Ciò impone massima attenzione ai social media e partire da lì per verificare i fatti.
Ricordiamoci che i social network vanno trattati come ogni altra fonte d'informazione: con estremo scetticismo.
In generale, considero le notizie alla stessa stregua della radio su una pattuglia della polizia. Tanti messaggi che ascolto passare, ma ne utilizzo ben pochi. Uso quelle informazioni come un'apripista per poi proseguire in maniera tradizionale. Faccio telefonate, mando email e contatto fonti di prima mano in grado di confermare quanto sto sentendo od osservando (o meno).
Nel caso della sparatoria nell'aeroporto di Los Angeles nel 2013, per esempio, abbiamo seguito i resoconti forniti dai testimoni oculari e poi contattato la polizia, l'Fbi e il medico legale di Los Angeles. Se non riuscivamo a verificare in modo indipendente quanto vedevamo e sentivamo, rinunciavamo a pubblicare quella notizia.
Anche nei casi in cui le maggiori testate giornalistiche diffondevano informazioni, noi dovevamo confermarle tramite fonti di prima prima di pubblicarle. Spesso le testate citano fonti anonime nell'ambiente della polizia, come abbiamo visto nel caso della bomba alla maratona di Boston, il massacro al Navy Yard di Washington del 2013 o quello alla scuola elementare di Newton in Connecticut nel 2012 o altre situazioni simili: spesso le fonti anonime delle autorità risultano inaffidabili.
Usare TweetDeck per monitorare gli aggiornamenti
Se i social media sono la ricetrasmittente della polizia, TweetDeck è la vostra radio. Ci vuole poco a creare un pannello di controllo personalizzato per seguire e monitorare i flussi di aggiornamento.
Io preparo in anticipo vari elenchi di utenti Twitter da seguire rispetto a situazioni specifiche. Tra questi ci sono gli account della polizia delle maggiori città, di reporter e testate locali affidabili, di giornalisti specializzati. Organizzo questi elenchi nelle colonne di TweetDeck e procedo con ricerche mirate, oppure ne seguo semplicemente il flusso continuo.
Un piccolo aereo atterra nel Bronx
Ecco come ho usato le ricerche su TweetDeck quando, nel gennaio 2014, un piccolo aeroplano ha effettuato un atterraggio d'emergenza su una superstrada del Bronx – seguendo il flusso di notizie, confrontandole e verificandole con quanto vedevo scorrere.
A un certo punto ho notato che nella mia colonna principale apparivano tanti tweet che parlavano di un aereo atterrato sulla Major Deegan Expressway, nell'area del Bronx a New York, evento tutt'altro che normale.
L'atterraggio era avvenuto intorno alle 15:30, ora di New York (Eastern Standard Time, mentre il tweet è impostato sul Pacific Standard Time californiano). Era stato uno dei primi tweet a segnalarlo. In genere seguo un paio di account basati a New York, che è un po' come sintonizzarsi sulle onde radio delle pattuglie della polizia in zona. Non volevo pubblicare alcunché prima di averlo verificato, e simili account sono utili per monitorare potenziali allarmi da indagare meglio.
Dopo aver notato i primi rilanci, ho impostato su Tweetdeck una ricerca finalizzata soltanto ai tweet con immagini e video. Ho usato le parole chiave “small plane” [piccolo aereo] e “Bronx”.
Come si vede sopra, fonti locali credibili stavano già parlando dell'atterraggio dell'aereo, con le annesse immagini. Ho trovato ulteriori informazioni e foto tramite una ricerca più ampia, su tutti i tweet geolocalizzati in un raggio entro i 10 km. da New York, con le stesse parole chiave: “small plane” e “Bronx”:
Poi ho cercato nelle mie liste specializzate contenenti gli account verificati delle agenzie di pronto intervento cittadine e statali di New York, sempre con i filtri di geolocalizzazione. Queste fonti credibili hanno contribuito a confermare i fatti (come si vede sotto).
A quel punto ho contattato l'ufficio stampa dei vigili del fuoco per confermare quanto vedevo e per chiedere ulteriori dettagli. Mi hanno riferito che c'erano solo 3 persone a bordo, due passeggeri e un pilota. Poi abbiamo scoperto la marca e il modello del velivolo, il nome dell'intestatario e l'ospedale in cui avevano portato i due passeggeri e il pilota. I social media ci hanno indirizzato verso i fatti, ma abbiamo trovato i dettagli alla vecchia maniera.
Ritenendo di avere abbastanza informazioni credibili per partire, abbiamo pubblicato il pezzo (sotto). Circa è [era] un'app che permette ai lettori di seguire un evento e ricevere notifiche per i continui aggiornamenti. In genere, costruiamo la storia man mano che abbiamo verificato i fatti e proseguiamo con gli aggiornamenti. TweetDeck ci consente di anticiparne gli sviluppi e identificare le voci affidabili (forze dell'ordine, fonti di prima mano) da contattare per confermare la validità di quanto scorreva sui social media. A volte contattiamo direttamente la persona che lancia il tweet per capire se sia affidabile o meno.
Costruire un solido dossier probatorio
L'informazione che scorre sui social media dovrebbe essere soltanto il primo passo nel processo di verifica su quanto è accaduto, piuttosto che la parola finale.
Il segreto sta nell'osservare attentamente, raccogliere le informazioni e metterle a confronto con altri contenuti per costruire un efficace dossier probatorio. In qualche modo tali informazioni devono essere corroborate, contattando direttamente gli autori o gli osservatori delle notizie che andate scoprendo man mano.
Come ho già detto, i social media vanno usati come le radio-trasmittenti della polizia.