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Caso di studio 5.2: Verificare il video di un “massacro” in Costa d'Avorio

Malachy Browne è stato uno dei manager di Storyful, la prima agenzia stampa dei social media con base a Dublino e corrispondenti in Asia e Stati Uniti, strumento ideale per scoprire, verificare e distribuire i migliori contenuti prodotti dagli utenti. Ha lavorato con Reportedly e ora è al New York Times, dopo aver creato e lavorato al progetto Politico.ie e curato il sito web dell'omonima rivista politica. Programmatore e convinto sostenitore della capacità della tecnologia di rafforzare il giornalismo, Browne è originario di Broadford, nella contea di Limerick, e vive a Dublino. Twitter: @malachybrowne.

Nel marzo del 2011 un video su YouTube mostrava quello che veniva definito il massacro di almeno sei donne a opera delle forze di sicurezza ivoriane, durante le proteste ad Abobo. La manifestazione si inseriva in un periodo di tensione e di scontri susseguente al tentativo del presidente Laurent Gbagbo di rimanere al potere pur avendo perso le elezioni nel novembre precedente.

Su richiesta di un cliente, Storyful cercò di verificare il video a due anni dallo svolgersi dei fatti. Il filmato mostrava un folto gruppo di donne che scandiva «Ado, Ado» (riferendosi ad Alassane Dramane Ouattara, il rivale di Gbagbo). Poi, al minuto 3:32, entrava in scena un convoglio di mezzi blindati da cui partiva una scarica di colpi d'arma pesante. Molti sembravano feriti in modo grave, ma all'epoca qualcuno aveva sostenuto che si trattava di una messinscena. Anche l'allora Ministro della difesa aveva sollevato dei dubbi sulla veridicità del video iniziale e i sostenitori di Gbagbo pubblicarono altri filmati su YouTube, (qui e qui, per confermarne la montatura.

Sotto molti aspetti, verificare un video in una situazione d'urgenza è più semplice di un'indagine retrospettiva. Nei tempi stretti le informazioni per confermare o smentire un video sono più facilmente accessibili, mentre quelle relative a eventi passati spesso sono nascoste nelle profondità dei social network. Le ricerche d'archivio sono ben più complicate, se non impossibili.

Consapevole di queste limitazioni, ecco come ho lavorato per provare a verificare il video.

Ricostruire il contesto dell'evento

Non essendo a conoscenza dei dettagli del supposto massacro, ho cercato su Google «Women killed Gbagbo March 3 2011» [Donne uccise Gbagbo 3 Marzo 2011]. Tra i molti risultati ottenuti, tre resoconti – (qui, qui e qui – descrivevano approssimativamente la località e la sequenza degli avvenimenti. Trovammo anche la dichiarazione dell'allora Ministro della difesa sulla montatura dell'episodio.

Importante: questi resoconti mi fornirono ulteriori chiavi di ricerca per affinare la ricerca. Inserendo questi termini su Twitter e YouTube sono riuscito a scovare dei racconti di testimoni oculari e altri materiali prodotti dagli utenti. (Cerchiamo sempre di metterci nei panni di chi carica online questi materiali e immaginiamo quali tag, descrizioni e dettagli potrebbe aver aggiunto al video).

Località

Secondo quei resoconti, la manifestazione e la sparatoria erano accaduti nelle vicinanze di Abobo, città a nord della capitale Abidjan. In particolare, uno dei resoconti localizzava l'accaduto in uno svincolo dell'autostrada di Abobo, nei pressi dell'area nota come Abobo Gare. Un testimone citato nell'articolo descriveva la scena, spiegando che le forze di sicurezza avevano girato intorno alla rotonda, per poi tornare indietro e aprire il fuoco sulle donne «prima di riprendere la direzione per Adjamé». Adjamé si trova a sud di Abobo, come informazione sulla direzione del traffico.

Secondo quanto riportava un altro resoconto pubblicato su Le Patriot l'8 marzo, i manifestanti si erano raggruppati alla «rotonda dello svincolo di Banco» (si veda la mappa sotto). Una ricerca su un forum locale rivelò che si trattava di un luogo abituale per quelle proteste per quelle proteste.

Google Maps mostra due grandi rotonde. Una di queste, Carrefour Banco, è al confine sud di Abobo, in direzione di Adjamé. Questo dettaglio corrispondeva a quanto si leggeva nel primo articolo, quindi lo presi come punto di partenza.

La posizione dei semafori e delle luci stradali, l'allineamento delle palme e degli alberi filmati nel video a partire dal minuto 4:00 corrispondevano con quanto mostrava la visione satellitare dell'angolo nord-ovest del Banco Carrefour, come evidenziato dai cerchi bianchi qui sopra. Anche il palazzo più grande con due sporgenze in cima al tetto (cerchiate in rosso) è allineato con il palazzo che vediamo in lontananza quando il convoglio dei veicoli delle forze di sicurezza sparisce dalla vista. Queste informazioni corrispondono con la direzione del traffico che si ricava dall'immagine satellitare di cui sopra e con il racconto di testimoni oculari, secondo i quali i veicoli stavano dirigendosi verso Adjamé.

Tuttavia un dettaglio del video (qui sopra) non combacia a raffronto con l'immagine satellitare. Abbiamo contato tre grandi alberi mentre il convoglio entrava nella rotonda; Google Maps ne mostra soltanto due. Il video risale al 2011 e le immagini satellitari sono del 2013, forse nel frattempo un albero è stato tagliato. Per scoprirlo, abbiamo consultato la immagini satellitari d'archivio di Google Earth: le immagini del 2009 confermano tre grandi alberi nell'angolo della rotonda.

Il terzo albero mancante nelle immagini satellitare del 2013 è evidenziato nell'immagine sotto (ruotata di 180 gradi da nord a sud). Da quanto si vede, la posizione della telecamera era direttamente in mezzo alla strada. Ho poi contattato una fonte affidabile e nota a Storyful, che aveva già visionato il filmato e si era recato ad Abobo per raccontare “massacro”. Mi confermò che era quella l'angolatura della telecamera.

Data

La data della sparatoria è confermata da molteplici racconti indipendenti e dai video condivisi sui social media. Li ho trovati retrospettivamente tramite diverse ricerche su Twitter, Topsy o Topsy Pro (che consente di inserire un filtro per un intervallo di date) e YouTube (con i risultati ordinati secondo la data di caricamento).

Questi alcuni dei passaggi successivi:

  • Ho usato la ricerca d'archivio su Twitter fino a scorrere i risultati a partire dal 3 marzo 2011 in avanti.
  • Ho esaminato i tweet e le domande sull'accaduto, trovando questo e questa risposta. Si tratta di testimoni potenziali, o persone che possono identificare possibili testimoni. La prima fonte era localizzata a Cocody, Abidjan, mentre la seconda ad Abidjan.
  • Ho anche localizzato questa persona, che aveva caricato il video di Abobo e di altre manifestazioni precedenti del RHDP (Rally of Houphouétists for Democracy and Peace). Guardando altri video postati su Twitter da questo account ho trovato il video caricato proprio il giorno delle proteste.
  • Cercando meglio nella sua cronologia di Twitter, ho trovato altre citazioni sul RHDP di quel giorno. Queste mi hanno condotto ad altri link, tra cui questo resoconto degli avvenimenti. Include una foto, accreditata alla Reuters, che mostra delle vittime corrispondenti a quelle del nostro video.
  • Una ricerca su Google Image Search confermò che la foto non era stata usata prima del 3 marzo. Tuttavia i risultati rivelavano che un articolo del Guardian l'accreditava a AFP/Getty Images e non alla Reuters. Significava la presenza di un fotografo affidabile sul campo.

Ho poi analizzato più a fondo la foto qui sotto:

Questa immagine è coerente con la foto della vittima al minuto 5:30 del video. La vittima è coperta con dei vestiti e con le foglie verdi usate da molti manifestanti. Notiamo la camicia aderente blu scuro e il particolare vestito che indossava, con un disegno a quadri rossi, arancioni, bianchi e linee scure, mostrato nell'ingrandimento sotto.

Anche France 24 Observateur pubblicò delle foto sull'evento, fornite da qualche fonte di Abidjan, come ci è stato confermato dalla stessa France 24.

Altre ricerche rivelarono un reportage fotografico pubblicato qui da un giornalista di Agence France-Presse, Issouf Sanogo. Costui intervistò una donna di nome Sirah Drane, la quale sostemeva di aver collaborato all'organizzazione della manifestazione del 3 marzo. Drane diceva di aver usato un megafono per rivolgersi alla folla raggruppata nella rotonda di Abobo. Nel video appariva una donna che somigliava alla sua descrizione.

Il video rimandava ad altri tre filmati già documentati da Storyful, trovati su YouTube usando le precedenti chiavi di ricerca.

Il primo video era stato caricato il giorno della sparatoria da un account ivoriano registrato su YouTube e creato specificamente per caricare quel video. Non c'erano altre informazioni sulle attività di questo account da cui poter risalire alla fonte. Nel video compaiono le stesse donne ferite, come pure il caratteristico palazzo già notato sullo sfondo.

Un secondo video fu caricato da un altro account ivoriano registrato il mattino del 4 marzo alle 09:06:37 GMT. Nella descrizione si legge: «molte donne uccise» alla «manifestazione RHDP di ieri», intendendo il 3 marzo.

Nessuno di questi video o foto esisteva prima del 3 marzo, a conferma che quella era la data certa dell'evento.

L'autore del video iniziale

Il video era stato caricato su YouTube il 4 marzo 2011. È il video più vecchio che si può trovare dell'accaduto. In ogni caso, è molto probabile che il video provenisse da un account Facebook e che fosse stato rubato e ricaricato su un account YouTube.

L'account di YouTube era stato registrato negli Stati Uniti ed era linkato a un sito web ormai inesistente, onemendo.com. Sembrava essere stato usato da qualcuno legato agli immigrati giamaicani che vivevano a New York o nel New Jersey perché conteneva informazioni promozionali su un locale di quel giro, DanceHallReggae.com.

Altri video dello stesso periodo su un account affiliato su Vimeo indicano che si trattava di qualcuno residente a Rochester, New York. Un altro account affiliato su Facebook postava link a musica di disc-jockey giamaicani. Non c'erano ulteriori dettagli utili per risalire all'origine del video e il 3 marzo 2011 non aveva pubblicato alcun link. Sull'account YouTube c'erano anche video di una soap opera senegalese.

Si tratta di un video autentico?

Da quanto sopra, si evince che la data del video è quasi certamente il 3 marzo 2011. Ma il punto è: quel video mostra davvero delle donne che protestavano e che sono state uccise dalle forze dell'ordine ivoriane quel giorno?

Varie dichiarazioni la ritengono una messinscena, sostenendo che i corpi vennero piazzati sulla strada dopo che il convoglio della sicurezza era già passato. Erano necessarie ulteriori ricerche.

Questa dichiarazione, l'allora Ministro della difesa di Gbagbo, Alain Dogou, sostiene che a una donna viene ordinato di «sdraiati, sdraiati li» (e anche noi lo sentiamo dire). Dogou spiega che è «difficile dimostrare» che il video sia stato girato nella località indicata dai giornalisti. (Ma abbiamo verificato quella località). dimostrato). Aggiunge poi che i giornalisti internazionali non stavano seguendo quella manifestazione perché si trovavano alla conferenza stampa dell'UNOCI, o a un altro evento del Consiglio dei ministri. Infine, riconosce che la protesta delle donne ha avuto luogo in quella data ad Abobo.

A questo punto emergono alcune domande serie:

  • Perché la telecamera punta lontano dai feriti per così tanto tempo mentre il convoglio entra nella rotonda?
  • Tutte le vittime sono state colpite a pochi metri di distanza tra loro?
  • Sono tutte cadute supine come si vede nel video?
  • I loro volti sono stati coperti immediatamente con dei vestiti: perché?
  • A una donna ferita viene urlato «sdraiati, sdraiati», come descritto dal Ministro della difesa Dogou: perché? Per non peggiorare le sue condizioni o per far finta di essere ferita gravemente?
  • Il “massacro” provoca un'ondata emotiva generale nel video: è reale? Oppure i manifestanti sono stati ingannati o sono forse complici della messinscena?

Alcuni testimoni hanno raccontato in maniera credibile che c'erano stati dei feriti. Un medico del South Abobo Hospital è citato a pagina 63/64 in questo rapporto di Human Rights Watch, spiegando di aver visto le vittime della sparatoria:

Un medico, occupatosi di molte donne che non sono sopravvissute, ha detto che le loro ferite erano state chiaramente causate da armi pesanti e non da proiettili. Il dottore e due testimoni della scena hanno detto a Human Right Watch che la testa di una donna era completamente staccata dal corpo. Altre vittime, due delle quali non sono sopravvissute alle ferite gravi riportate, erano state colpite da proiettili di mitragliatrice.

(Il video mostra effettivamente una vittima la cui testa è separata dal corpo).

Un articolo del New York Times cita i nomi di due testimoni:

«I carri armati cominciarono a sparare», afferma una residente di Abobo, Idrissa Diarrassouba. «In quel momento sono morte sei donne, ero proprio lì, dietro di loro. Sono semplicemente cadute a terra».

«C'è stata una raffica di mitragliatrice», [dice la testimone, Idrissa Sissoko]. Parla anche di sei donne colpite. «Ho visto immediatamente i corpi di sei donne per terra», ha aggiunto.

Secondo questo resoconto, una fonte militare spiegò a un giornalista della Reuters che la sparatoria fu un incidente provocato da un gruppo di militari sotto stress per via degli scontri precedenti.

Conclusioni

Possiamo confermare con ampio margine di certezza il luogo e la data dell'avvenimento. Non ne conosciamo la fonte originale, e quindi non siamo riusciti a parlare con chi ha girato il video.

Ma alla fine, comunque, il video mostra quello che dice di mostrare?

È impossibile stabilirlo al 100 per cento, visto il periodo trascorso e lo scarso materiale a disposizione. Oltre a contattare e intervistare chi ha caricato il video, bisognerebbe raccogliere altre informazioni di prima mano da parte di testimoni oculari, come anche medici che avevano curato le vittime e familiari delle presunte vittime. Per identificare queste ultime potremmo provare a indagare più nel dettaglio sul primo video, analizzandone sequenza per sequenza il momento degli spari per cercare di capire l'identità delle vittime e quindi per risalire ai sopravvissuti.

In definitiva, pur con tutti gli elementi e le informazioni che sono riuscito a raccogliere, è impossibile emettere un verdetto finale su questo video.



Published on: 28 January 2014
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